Quando davanti agli occhi si apre lo scenario sbalorditivo di Civita, lo sguardo invariabilmente si concentra sulla porta che introduce allo splendido borgo, ed alla trifora che la sormonta. È quella l’iconica facciata di Palazzo Colesanti, dimora gentilizia che affonda le sue prime radici nell’epoca etrusca cui si sovrappone quella romana, seguita dalle fasi distinte dell’alto e del basso medioevo. Sopra all’arcata della galleria, detta un tempo “Cava”, sono collocati simmetricamente due leoni con teste umane, che rappresentano la vittoria quattrocentesca dei Bagnoresi sui principi Monaldeschi e Baglioni. Del borgo più affascinante del mondo, Palazzo Colesanti è la dimora più importante. Visitarla equivale a fare un viaggio in un passato vivo e tangibile da accarezzare con gli occhi e sfiorare con le mani. È come entrare in un museo e scoprirne i tesori. Le enormi colonne della cisterna romana ancora saldamente in piedi, dopo duemila anni, sono la cornice spettacolare di un giardino ameno e composto dove passare un tempo benefico e rasserenante. Il palazzo conta ben sette livelli, a partire dalla grotta più profonda fino all’ultimo piano. Dall’imbrunire in poi, camminare per il borgo, significa imparare un tempo sospeso, nell’assenza del suo trascorrere. Aggirarsi tra i vicoli muti della Civita notturna è come tornare nel grembo materno fluttuando in un’atmosfera estranea al tempo ed allo spazio. Il ponte, illuminato e taciturno, è il cordone ombelicale che separa dal resto del mondo e dalla dimensione quotidiana. Succede, al nascere del giorno, di svegliarsi fra le nuvole o sulla veduta aerea della valle sfiorata dai primi raggi del sole, nell’intreccio del canto di mille uccelli. Ogni giorno sembra l’inizio di una nuova vita, che si respira a fondo, senza riuscire a staccare lo sguardo da quel mare di pace. Vivere Civita è un privilegio senza eguali. Viverla nel palazzo Colesanti significa farla propria per un tempo fatato ed indimenticabile.